Rapporto Sanità dell’Università di Tor Vergata di Roma
In Italia, dal 2005 al 2012, il disavanzo in sanità si è ridotto di circa l’80%. Grazie ai Piani di rientro il disavanzo nazionale è infatti calato del 79,5%, passando da 5,8 mld a 1,2 mld. E’ quanto emerge dal 10° Rapporto Sanità dell’Università Tor Vergata di Roma, elaborato dai ricercatori del Consorzio per la ricerca economica applicata in sanità (Crea), presentato oggi nell’Aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati.
Malgrado i risultati incoraggianti, ci sono però alcune eccezioni. Il caso più rilevante è quello del Lazio, in cui si concentra nel 2013 il 36,2% di tutto il disavanzo nazionale. Dal Rapporto emerge che il disavanzo è ormai più o meno equamente distribuito tra Nord, Centro e Sud. Le cinque Regioni con maggiore disavanzo (Provincia autonoma di Trento, Provincia autonoma di Bolzano, Liguria, Lazio, Sardegna) producono però, da sole, oltre l’81% del disavanzo complessivo.
Secondo gli esperti del Consorzio gran parte dei risparmi sono però, per ora, da attribuirsi alle azioni messe in atto nei confronti del privato, comprendendo in primo luogo la spesa farmaceutica e gli acquisti di prestazioni da strutture ospedaliere convenzionate. Quindi non è ovvio che le politiche di accentramento regionale (a partire dalla centralizzazione degli acquisti) abbiano prodotto effetti eclatanti di risparmio.
Anche la riduzione nell’ultimo decennio di 28.738 posti letto ospedalieri in acuzie (pari al 20%) è stata seguita solo parzialmente dalla razionalizzazione degli organici, condizione necessaria per generare risparmi: questi ultimi si sono ridotti solo del 9%, e in larga misura per effetto naturale del blocco delle assunzioni, più cheper radicali scelte organizzative.
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