“Se i dati di Payline – il database di Cerved sulle abitudini di pagamento di 2,5 milioni di imprese italiane – indicano che tra luglio e settembre 2014 si sono ridotti i tempi medi di liquidazione delle fatture, che i ritardi hanno toccato un minimo dal 2012 e che è proseguito per il quinto trimestre consecutivo il calo dei protesti tra le imprese, con livelli che sono tornati in molte aree del Paese al di sotto di quelli precrisi, è anche vero che al Sud e in particolare in Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia si concentrano le situazioni peggiori”. Così il presidente di Confesercenti Sicilia Vittorio Messina commenta le rilevazioni dell’Osservatorio sui protesti e i pagamenti delle imprese di Cerved ultimamente diffuse. “Questi dati confermano come il processo in corso di ristrutturazione dell’economia ha spinto fuori dal mercato le aziende che operano nei contesti territoriali più fragili e meno competitivi per una serie di fattori – aggiunge Messina – che non dipendono esclusivamente dalla capacità di fare impresa. Questo significa che per fare in modo che le imprese sane, e soprattutto le medie e piccole, che sono la stragrande maggioranza del tessuto economico italiano, debbono essere messe nelle condizioni di cogliere le opportunità di un’uscita dalla crisi – sottolinea il presidente di Confesercenti Sicilia – a prescindere dalla regione in cui si trovano ad operare. In questo senso ci vuole una maggiore attenzione alle criticità ambientali di chi porta avanti una intrapresa economica nelle aree più depresse come la Sicilia, evitando di replicare vecchi copioni con prassi di tipo assistenziale ma piuttosto favorendo condizioni eque per l’accesso al credito, garanzie sulla velocità dei passaggi burocratici, agevolazioni per chi rispetta la legalità”.
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