Gli operatori del Maas sono alla frutta. Potrebbe essere un paradosso, se non si trattasse di un vero e proprio dramma. «Quella che nell’inaugurazione del 2011 fu definita la Porta del Mediterraneo, oggi si è rivelata una delle tante cattedrali nel deserto». È la sintesi, amara, dei tanti grossisti che a notte fonda si recano nella piattaforma logistica in contrada Jungetto per lavorare e oltre alla (tanta) merce invenduta devono fare i conti con i disservizi e i problemi legati alla struttura. «Abbiamo subìto un calo del fatturato dei prodotti ortofrutticoli di quasi il 50% rispetto al 2014 – ha dichiarato Giuseppe La Spina, presidente del Somaac, il sindacato degli operatori mercato Agro-Alimentare Catania che aderisce a Confesercenti. Se consideriamo quella che si svende, che si butta e che si da in beneficienza per istituti tipo Caritas e similari, cosa ci rimane? Le spese da sostenere all’interno della struttura sono altissime, tra l’affitto dei box, la fornitura elettrica e la spazzatura, arriviamo a spendere circa 40.000 l’anno e i servizi sono oltremodo carenti. Non erano queste le prospettive con cui ci chiesero di trasferirci».
Le lamentele più diffuse riguardano gli alti costi di locazione, i deficit strutturali del capannone, l’assenza di vigili urbani, le difficoltà logistiche viarie, l’assoluta assenza di pubblicità della struttura, in riferimento alla carenza di segnaletica e indicazioni per raggiungerla, la pericolosità del tratto di strada da percorrere al buio e l’assenza di una via di fuga. «L’unico accesso al Maas è una strada con passaggio a livello, pensate in caso di emergenza a un’ambulanza che deve aspettare il transito del treno – commentano gli operatori del Somaac. Chiediamo la presenza di un direttore di mercato con cui poterci interfacciare, siamo gli unici in Italia a non avere questa figura. Abbiamo trovato disponibilità da parte dell’attuale presidente del Maas e anche dalla Giunta comunale, ma le difficoltà sono tante e c’è la necessità di avere un maggior raccordo con la proprieta’(regione sicilia) . Il mercato ortofrutticolo rappresenta il cuore dell’intero mercato agroalimentare. Con 84 box ha un indotto di migliaia di persone. Recentemente un imprenditore ha già deciso di chiudere i battenti dopo 40 anni denunciando il malessere diffuso e la morosità sui canoni di locazione di circa il 50% delle ditte. «Se tutto rimane com’è le cose potranno soltanto peggiorare – ha affermato Salvo Politino, direttore di Confesercenti, che si è recato personalmente in contrada Jungetto per effettuare un sopralluogo. Siamo in tempi di spending review, ma qui si tratta del futuro di centinaia di famiglie che già soffrono una crisi senza precedenti nel settore agricolo, ogni piccolo passo in direzione del miglioramento può salvarli dall’idea di abbandonare tutto. La nostra proposta, adesso che si sta rinnovando il Consiglio di amministrazione, è che si possa scegliere liberamente e democraticamente un rappresentante che sia realmente una figura espressione degli operatori. Non è più pensabile considerare il mercato come occasione per la politica di distribuire posti di sottogoverno. Condivideremo la proposta anche con la Regione, la Camera di Commercio e il Comune. Non è infine bizzarro pensare di trasferire al Comune stesso la gestione del Mercato, con conseguente miglioramento dell’efficienza e della qualità dei servizi.
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