Intervista a Vittorio Messina a Ditelo a RGS «L’ ABUSIVISMO È ORMAI DILAGANTE I CLIENTI DEI MERCATINI IN COSTANTE PERICOLO»

Nei mercati l’ abusivismo dilaga. Il trend è in aumento e a pagarne le spese sono i commercianti regolari, danneggiati dalla concorrenza sleale degli abusivi. Tra le cause dell’ aumento del fenomeno c’ è la crisi economica. I commercianti pressati dalle tasse preferiscono trasformarsi in abusivi. Ma i rischi sono dietro l’ angolo. Multe salate e sequestri per chivende abusivamente all’ interno dei mercati, mentre per i consumatori dietro il vantaggio di una merce a basso prezzo si nasconde la mancata tracciabilità del prodotto. Difficile saper riconoscere operatori regolari e irregolari all’ interno dei grandi mercati ma il suggerimento resta quello di rivolgersi a commercianti in regola. Tra le bancarelle si trova di tutto, ma i prodotti più rischiosi restano le grandi firme contraffatte, a testimonianza del fatto che l’ abusivismo è terreno fertile per la criminalità. Informazione, repressione e maggiori controlli, questa la ricetta per combattere l’ abusivismo. E un mercato regolare può avviare percorsi di sviluppo, ma la lotta all’ abusivo resta prioritaria, secondo il parere di Vittorio Messina, presidente regionale di Confesercenti.

Qual è la tendenza riguardo alla presenza di abusivi all’ interno dei mercati?
«Oggi, il trend è decisamente in crescita. Nulla di nuovo sotto il sole. Il fenomeno dei venditori abusivi, infatti, è sempre esistito. La figura dell’ ambulante, che cerca di sbarcare il lunario vendendo qualche prodotto, è da sempre presente sulle nostre strade e nelle nostre piazze. Un’ abitudine diffusa che va comunque contrastata. Ultimamente, però, il fenomeno sta dilagando. Negli ultimi anni il numero di operatori abusivi all’ interno dei mercati è aumentato. Fare delle stime risulta complicato dal momento che si tratta di venditori abusivi, però è chiaro che c’ è stato un aumento notevole. Solo per riportare qualche esempio, all’ interno di mercati che dovrebbero ospitare 50 o 60 operatori, spesso ne ritroviamo molti di più.
Ma c’ è di più. Il fenomeno è così diffuso che, molto spesso, si creano dei mercati completamente abusivi».

Quali possono essere le cause che hanno determinato un aumento degli operatori abusivi?
«Questo dato è lo specchio di una crisi economica che avanza e che costringe spesso gli operatori di mercato a trasformarsi in abusivi. La grande pressione e le spese a cui un operatore di mercato deve far fronte lo portano spesso a virare verso l’ abusivismo.
La presenza di altri abusivi nel mercato crea le condizioni per una concorrenza sleale. L’ abusivo, infatti, è avvantaggiato da minori costi di gestione a scapito del venditore regolare. Non paga le tasse, non paga il suolo comunale e così i suoi prodotti, a basso prezzo, saranno privilegiati dal cliente inconsapevole dei rischi a cui va incontro. Il consumatore preferisce un risparmio immediato, ma non valuta le conseguenze dell’ acquisto».

E quali potrebbero essere i rischi per il cliente e per il venditore?
«L’ abusivo va incontro a sanzioni salatissime e sequestri. Per il consumatore, i rischi sono ancora più ingenti. I prezzi sono al di sotto della media e rappresentano una perfetta attrattiva per il cliente. I prodotti, però, non sono controllati, non sappiamo cosa arriva sulle nostre tavole e manca la tracciabilità delle merci. In più, vengono meno tutte quelle tutele al consumatore che un normale acquisto regolare garantirebbe».

Come fare per distinguere venditori abusivi e regolari?
«All’ interno di un mercato dove ci sono tanti operatori è difficile distinguere tra chi è in regola e chi no.
L’ abusivo non possiede alcuna autorizzazione amministrativa e sanitaria, non paga il suolo comunale ed espone inconsapevolmente se stesso ed il consumatore ad un grave pregiudizio. Il suggerimento che rivolgo ai clienti abituali dei mercati è quello di rivolgersi a commercianti in regola per due ragioni: da un lato, per tenere fede al principio di legalità di cui tutti spesso e volentieri ci autoproclamiamo paladini indiscussi, dall’ altro per evitare i rischi legati alla mancata tracciabilità dei prodotti che gli abusivi ci propongono».

Che tipi di prodotti ritroviamo tra le bancarelle dei mercati?
«C’ è di tutto. Dall’ agroalimentare ai prodotti in stock. Dagli ortaggi coltivati in casa ad utensili non certificati. Il rischio maggiore però viene dai prodotti contraffatti. Le firme contraffatte sono una grossa fetta di mercato che alimenta la giostra della criminalità. La presenza di questi prodotti tra le bancarelle sottolinea come dietro l’ abusivismo ci sia un sistema criminoso più ampio».

Cosa si potrebbe fare per sradicare il fenomeno?
«Innanzitutto, bisognerebbe fissare delle regole stringenti, individuare delle postazioni ben precise per i commercianti e intensificare l’ attività di sorveglianza e repressione. Le forze dell’ ordine svolgono un ottimo lavoro ma bisogna creare sinergie. L’ ideale sarebbe riunire attorno allo stesso tavolo associazioni di categoria, forze di polizia e amministrazione comunale per promuovere un’ azione non solo repressiva ma anche di informazione. Infatti, il fenomeno dell’ abusivismo va oltre il lato economico, è un malcostume culturale che va sradicato attraverso una campagna informativa rivolta a clienti e venditori per comprendere i rischi verso cui si va incontro».

Quali sono i vantaggi che un mercato regolare e senza abusivi potrebbe offrire?
Il microcommercio regolare che si innesca grazie ai mercati può trasformarsi in una fonte di sviluppo e di reddito per le famiglie. Ricordiamoci sempre che dietro ad ogni venditore c’ è un nucleo familiare che vive grazie ai guadagni quotidiani realizzati nel mercato. Incentivare il commercio regolare, oltre a garantire il rispetto della legalità, può innescare un circuito virtuoso da cui si possono trarre numerosi benefici. Solo una lotta all’ abusivismo può annientare quella concorrenza sleale che penalizza il nostro agroalimentare ed il nostro artigianato di qualità. Il mercato, si sa, è custode dell’ identità di una città, dei suoi sapori e delle sue tradizioni. È quindi necessario pensare ad un modello di mercato che apra i battenti non solo ai clienti abituali ma anche ai flussi turistici.
Se riuscissimo a comprendere tutto questo, solo allora potremmo cogliere le potenzialità di un mercato in regola.

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