Tengono i saldi, ma frenano i piccoli negozi: pesa la liberalizzazione
Continua la fase di lenta ripresa del commercio al dettaglio, ma – nonostante gli annunci e le speranze – non si registrano boom.
I dati di luglio mostrano un miglioramento delle vendite rispetto a giugno, senza però uno scarto significativo. Anche sul fronte dei saldi estivi non si registrano eclatanti scatti in avanti: l’andamento delle vendite di fine stagione appare stabile, in linea con il 2014, con incrementi marginali nelle calzature (+0,5%) e nell’abbigliamento (+0,2%).
Così Confesercenti sui dati delle vendite al dettaglio di luglio, diffusi oggi dall’Istat.
A luglio la ripresa delle vendite riguarda soprattutto la grande distribuzione organizzata, per la quale si assiste ad un sostanziale recupero degli ipermercati. Peggiora nettamente, invece, la performance delle piccole superfici, che mettono a segno una crescita tendenziale dello 0,2%, in grande calo dal +1,7% del mese precedente. Le difficoltà aumentano al ridursi della dimensione d’impresa: secondo quanto rilevato dall’Istat, le attività commerciali con meno di 5 dipendenti segnano, a luglio, un nuovo calo delle vendite sull’anno (-0,2%), mentre si registrano incrementi sia per le imprese fino a 50 dipendenti (+0,6%) che, soprattutto, per quelle con oltre 50 addetti (+3,5%).
A pesare sui negozi più piccoli è l’effetto della liberalizzazione delle chiusure del commercio, che permette alle attività commerciali di aprire 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, creando un regime di concorrenza insostenibile per i piccoli e che favorisce solo i giganti della grande distribuzione; da quando è vigore la deregulation, i negozi tradizionali hanno perso, a favore della GDO, il 3,3% delle quote di mercato.
Un travaso che ha portato migliaia di imprenditori ad abbassare la serranda: negli ultimi tre anni il saldo tra aperture e chiusure di attività commerciali è stato negativo per oltre 73mila imprese.
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