“C’è un investimento strutturale, non più emergenziale, nella lotta alla corruzione che continua a rappresentare uno dei problemi più gravi perchè blocca l’economia e la concorrenza, crea le condizioni per la fuga dei cervelli, limita la ricerca”. E se a lungo l’intervento del giudice penale è stato ritenuto l’unica scelta, oggi la prevenzione non è più figlia di un dio minore rispetto alla repressione”. Lo ha affermato Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, intervenendo nel Centro Convegni di Banca d’Italia al secondo incontro nazionale con i responsabili della prevenzione della corruzione. “Il nostro nuovo Piano di prevenzione della corruzione – ha premesso Cantone – nasce da un’idea diversa, che è quella di cercare di asciugare tutte le parti di carattere generale dedicando più spazio a quelle specifiche: il precedente presentava problemi oggettivi, sembrava un tomo enciclopedico, difficilmente leggibile. Il nuovo, aperto alla consultazione generale, avrà una parte generale stringatissima, appena 28 pagine, con indicazioni precise su quelle che sono le aree di rischio e i criteri con cui affrontarle”.
“I Piani di prevenzione non sono carte – ha sottolineato il presidente dell’Anac – da vivere come un mero adempimento burocratico, ma uno strumento di compliance fondamentale, che considera l’organizzazione degli uffici un nodo chiave. Il nuovo Piano è una tappa fondamentale per consentire alla legge 190 di cominciare ad avere effetti: dopo non ci saranno più alibi e tutti dovremo sforzarci di fare ancora di più e di garantire tutto il supporto per applicarlo”. ”Il responsabile della prevenzione della corruzione – ha proseguito Cantone – deve essere messo in condizione di svolgere il suo lavoro in autonomia all’interno dell’organizzazione, che non deve viverlo come un suo nemico”.
“In questo senso – ha concluso Cantone – il decreto 39 su incompatibilità e inconferibilità degli incarichi rappresenta un’occasione sprecata, sta presentando problemi applicativi enormi: la normativa però non va indebolita ma rafforzata in modo intelligente, lo abbiamo segnalato al Parlamento”. “E’ il caso, tra gli altri, delle sanzioni e della loro applicazione: servono linee guida, non potremo sostituire il legislatore ma cercheremo di dare indicazioni precise”.
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