L’italiano resta, però, diffidente, il 78% non si fida del prossimo. Criminalità in cima alle preoccupazioni delle famiglie
“Per la prima volta dopo cinque anni, nel 2016, migliorano le stime relative al giudizio delle famiglie sulla soddisfazione per le condizioni di vita”.
Lo afferma l’Istat indicando che “rispetto al 2015, inoltre, migliorano i dati campionari sulla percezione della situazione economica di famiglie e individui, mentre è stabile la soddisfazione per gli aspetti relazionali con famiglia e amici, la salute e il tempo libero. Risulta in lieve aumento anche la soddisfazione degli occupati per il lavoro. Dopo il forte calo tra il 2011 e il 2012, il 2016 è il primo anno in cui il giudizio di soddisfazione per le condizioni di vita aumenta e si riavvicina in media ai livelli del 2011. Rispetto al 2015, quando la stima era 35,1%, aumentano notevolmente i molto soddisfatti (punteggio da 8 a 10), e diminuisce anche la quota di chi esprime i punteggi più bassi. Notevole è l’incremento della quota di persone di 14 anni e più che esprimono un’alta soddisfazione per la propria vita nel complesso: dal 35,1% del 2015 al 41% del 2016″.
“La soddisfazione per la propria vita – prosegue l’Istituto – diminuisce all’aumentare dell’età: risultano altamente soddisfatti il 54,1% dei giovani tra 14 e 19 anni e il 34,4% degli ultra 75enni. Fanno eccezione i “giovani adulti” e i “giovani anziani” (rispettivamente 35-44 e 65-74 anni): in entrambi i casi la quota di coloro che indicano punteggi più alti è superiore rispetto alla classe di eta’ che li precede. Non si rilevano invece nei livelli di soddisfazione significative differenze di genere. La quota di persone di 14 anni e più soddisfatte della propria situazione economica aumenta dal 47,5% del 2015 al 50,5% del 2016″.
“Nel 2016, aggiunge l’Istat, aumenta anche la quota di famiglie che giudicano la propria situazione economica invariata (dal 52,3% del 2015 al 58,3%) o migliorata (dal 5,0% al 6,4%) e le proprie risorse economiche adeguate (dal 55,7% al 58,8%). Le relazioni familiari si confermano la dimensione a cui corrisponde la percentuale più alta di persone soddisfatte, il 90,1% nel 2016. Elevata anche la quota di individui molto o abbastanza soddisfatti per le relazioni amicali (82,8%) e il proprio stato di salute (81,2%). Molto o abbastanza soddisfatto per il tempo libero circa il 67% della popolazione di 14 anni e più, mentre gli occupati soddisfatti per il lavoro sono il 76,2% (erano il 74,8% nel 2015)”.
“Otto italiani su dieci, però – dice l’Istituto – non si fidano del prossimo. Il 78,1% delle persone pensa infatti che “bisogna stare molto attenti”, mentre il 19,7% è orientato ad un atteggiamento di fiducia, un livello sostanzialmente stabile negli ultimi due anni ma con profonde differenze territoriali. Nel Mezzogiorno solo il 16,5% della popolazione crede che gran parte della gente sia degna di fiducia, mentre la quota tocca il 21,7% al Nord e il 20,8% al Centro. Le donne sono più diffidenti, con il 79,4% che ha un atteggiamento di cautela rispetto al 76,7% degli uomini. La diffidenza è maggiore, inoltre, tra gli anziani di 75 anni e oltre (supera l’80%) e tra i 25-34enni (77,8%)”.
“Alla domanda di valutare le probabilità che possa essere restituito un portafoglio smarrito – sottolinea l’Istat – se a ritrovarlo è un vicino di casa, un membro delle forze dell’ordine o un perfetto sconosciuto, i rispondenti accordano il maggior grado di fiducia agli esponenti delle forze dell’ordine (82,4%), seguiti dai vicini (69,8%). Soltanto il 12,1% si fida degli estranei. Rispetto al 2015, aumenta la fiducia verso l’onestà delle forze dell’ordine (da 81,2% a 82,4%) e migliora anche quella verso lo sconosciuto (da 11,1% a 12,1%). Resta stabile il giudizio sui vicini”.
“Ma il problema in cima alle preoccupazioni delle famiglie, nella zona in cui vivono, è il rischio di criminalità (38,9%), conclude l’Istat, seguito a breve distanza dall’inquinamento dell’aria (38%), il traffico (37,9%) e la difficoltà di parcheggio (37,2%). Vengono subito dopo la sporcizia nelle strade (33%), la difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici (32,9%) e la presenza di rumore (31,5%).”
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