Confesercenti: “Nel commercio al dettaglio crollo di giudizi su vendite”
A maggio 2017 peggiorano il clima di fiducia dei consumatori e delle imprese. Gli indici Istat passano rispettivamente da 107,4 a 105,4 e da 106,8 a 106,2. E’ la prima volta che entrambi sono in diminuzione da nove mesi, a partire dallo scorso agosto. Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in calo e i giudizi sulla situazione economica rimangono stabili.
Per le imprese, c’è una riduzione della fiducia del settore manifatturiero (da 107,7 a 106,9) e nei servizi (da 107,2 a 105,5). Nelle costruzioni l’indice rimane sostanzialmente stabile (da 128 a 128,1) e nel commercio al dettaglio registra un incremento passando da 110,8 a 111,1.
Per le famiglie il clima economico e il clima personale passano rispettivamente da 125 a 124,7 e da 101,5 a 100,2, mentre il clima futuro diminuisce da 110,1 a 108,1 e quello corrente passa da 105,6 a 105,2. Le aspettative sulla situazione economica del paese peggiorano e continuano ad aumentare, per il secondo mese consecutivo, le aspettative sulla disoccupazione.
Tra i settori di attività economica, nella manifattura peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese sulla produzione mentre il saldo dei giudizi sulle scorte diminuisce. Nelle costruzioni, i giudizi sugli ordini mostrano un lieve calo mentre le aspettative sull’occupazione migliorano. Nei servizi, tutte e tre le componenti del clima volgono al brutto: il saldo sia dei giudizi sia delle aspettative sul livello degli ordini diminuisce così come i giudizi sull’andamento degli affari. Nel commercio al dettaglio, infine, l’Istat registra un aumento del saldo dei giudizi sulle vendite correnti mentre le attese sulle vendite future sono in lieve diminuzione e le scorte di magazzino sono giudicate in accumulo.
“Arriva una doccia fredda, nel mese di maggio, sul clima di fiducia sia per i consumatori (-2 punti) che per le imprese (-0,6). Per le famiglie – sottolinea in una nota l’Ufficio economico Confesercenti commentando i dati diffusi dalI’Istat – sono in diminuzione sostanzialmente tutte le componenti dell’indice: dopo una lieve ripresa negli ultimi due mesi, infatti, le valutazioni diventano più critiche.
Per quanto riguarda le imprese, invece, la diminuzione dell’indice, apparentemente non rilevante, indica comunque una tendenza frutto di variazioni differenti tra i settori: se l’industria manifatturiera e le costruzioni registrano flessioni contenute (soprattutto le costruzioni), lo stesso non può dirsi per il settore dei servizi di mercato (-1,7) e per il commercio al dettaglio.
Nello specifico, per questo settore va sottolineata la dinamica invertita degli indici tra grande e piccola distribuzione: mentre nel primo caso, infatti, si registra un aumento di 3,7 punti percentuali, nel caso del dettaglio tradizionale si assiste ad un vero e proprio crollo dei giudizi: – 8,6 punti. In particolare, la componente che influenza di più il risultato è il giudizio sulle vendite: -11 punti. Dati che non ci sorprendono, purtroppo, vista la dinamica negativa delle vendite per questo format distributivo, con una costante erosione di fatturato e quote di mercato”.
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