Non viene allargata al commercio. Salta il credito d’imposta
La web tax cambia nella formulazione dell’imposta. Lo prevede l’emendamento del relatore, al ddl bilancio, Francesco Boccia, in Commissione Bilancio alla Camera.
Viene infatti ridotta dal 6% al 3% l’aliquota per le singole transazioni digitali, ossia per le prestazioni di servizi effettuate tramite mezzo elettronico tra operatori economici passa dal 6% fissato al Senato al 3% e, diversamente da quanto ipotizzato all’inizio, non viene allargata al commercio, ma solo alle grandi multinazionali.
Nonostante ciò “con il 3% su base imponibile diversa incassiamo circa 190 milioni”, ha sottolineato il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, facendo salire – come si legge nella relazione tecnica che accompagna l’emendamento – il gettito della imposta introdotta nel passaggio della manovra in Senato da 114 milioni di euro annui a 190 milioni di euro annui nel triennio 2019, 2020, 2021.
Dunque dal perimetro delle imprese interessate resta fuori chi fa commercio on line e viene, inoltre, abrogata la possibilità per le imprese residenti di compensare l’impostazione pagata con il meccanismo del credito d’imposta.
L’entrata in vigore è stabilita per il 1 gennaio 2019.
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