È tempo di bilanci per le attività commerciali del settore moda ed accessori di abbigliamento: trascorse ormai le prime due settimane dal via ufficiale dei saldi estivi, è possibile dire con certezza che l’anticipo degli sconti al primo luglio abbia inciso positivamente sul volume di vendite effettuate dai negozi di vicinato che operano in centro città. È quanto emerge da un sondaggio che la Confesercenti di Catania ha svolto durante il terzo weekend del mese e che ha coinvolto quaranta negozi di vicinato del settore moda e accessori, di cui ventisei a gestione diretta e quattordici a marchio. «L’anticipo dei saldi in Sicilia è stato utile – afferma il direttore regionale di Confesercenti e commissario della sede catanese, Michele Sorbera – per rilanciare gli acquisti dopo le difficoltà registrate nella prima parte dell’anno. Si tratta, di un segnale importante: I saldi nei negozi , nonostante la discussione sul mantenerli o meno, suscitano ancora tanto interesse nei consumatori e incidono in maniera significativa sul volume di affari delle imprese interessate. Noi speriamo che in città l’andamento positivo delle vendite registrato in questo primo scorcio possa continuare fino alla fine dei saldi estivi». Per il 45% del campione esaminato l’andamento dell’attuale periodo di saldi, rispetto al 2017, è senz’altro positivo (per il 5% positivo, per 40% abbastanza positivo). Per il 30%, invece, non c’è alcuna differenza rispetto al 2017 e per il restante 25% è addirittura negativo. Entrando nei dettagli, l’anticipo dei saldi al primo luglio, per oltre il 52,50 % dei commercianti catanesi intervistati, ha inciso almeno abbastanza positivamente sull’andamento delle vendite; mentre per il restante 47,50, non ha assolutamente inciso. Proseguendo con la lettura dell’indagine, oltre il 50% degli intervistati ritiene che l’andamento dei saldi nei prossimi giorni ricalcherà sostanzialmente le prime due settimane. Solo il 20%, infine, ritiene che – nelle settimane a seguire – i saldi non manterranno il livello iniziale. Un dato allarmante riguarda invece l’afflusso di clientela proveniente da fuori città. Per il 65% degli esercenti intervistati le vendite a tale clientela hanno poco peso nel volume di affari sviluppato, per il 35% hanno un qualche significato e solo per il 5% pesano molto. Per la Confesercenti «è un segno evidente delle difficoltà prodotte dalla Grande Distribuzione Organizzata: i centri commerciali artificiali hanno svuotato i centri cittadini e, dunque, i residenti dell’hinterland, quando si dedicano allo shopping fuori porta, avendo a disposizione diverse opportunità offerte dai centri commerciali artificiali, scelgono sempre meno come meta la città ». Giudizio diverso, invece, sul peso degli acquisti effettuati dai turisti presenti in città: per oltre il 32% degli esercenti è almeno significativo, per il 35% è nella media e solo per poco più del 32% è insignificante. Importante , inoltre, la richiesta di mady in Italy: solo per il 12,5% degli intervistati non orienta gli acquisti mentre per il 45% li orientata abbastanza e per il 42,50% li orienta molto. Infine, per dare futuro ai negozi di vicinato del settore moda, gli intervistati ritengono importante: una minore imposizione fiscale (37,50%), la lotta alla contraffazione (25%), la limitazione della Gdo (Grande distribuzione organizzata) (25%), la possibilità di accedere al credito (12%) Il 12%, infine, ritiene che la possibilità di accedere al credito sia decisiva nell’orientamento dei propri affari. E’ del tutto evidente, conclude Sorbera « che il Governo centrale, il Governo regionale e le Amministrazioni locali devono intervenire per creare le condizioni per il rilancio delle piccole e medie attività commerciali. Ciò va fatto anche per tenere vive le Città e i loro centri storici».
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