Padoan: “confermato il miglioramento dei conti italiani”
“Dopo la forte recessione del 2012-13, si prevede una lenta ripresa nel 2014 sostenuta soprattutto da domanda esterna”: sono le nuove stime Ue sull’Italia, che lasciano la crescita invariata a 0,6% nel 2014 e 1,2% nel 2015. “Rischi al ribasso per le prospettive”, spiegano da Bruxelles, potrebbero però provenire da un eventuale “apprezzamento dell’euro e tensioni geopolitiche”. La Commissione Ue rivede al rialzo, invece, le stime del debito pubblico. E spiega che, dopo il pagamento dei debiti pa, questo toccherà il nuovo record di 135,2% del pil per poi scendere a 133,9% nel 2015 grazie ad avanzo primario, crescita e privatizzazioni previste nella seconda parte del 2014. Rimangono invariate, invece, le stime sul deficit italiano: nel 2014 al 2,6% e nel 2015 al 2,2%. Ma Bruxelles precisa che le previsioni per il 2015 non tengono in considerazione né la riduzione dell’Irpef per i redditi bassi né la spending review “perché i dettagli non sono stati ancora specificati”.
Peggiorano purtroppo le stime sulla disoccupazione italiana: nel 2014 vedrà “un nuovo picco” con il 12,8% (contro il 12,6% stimato a febbraio) e nel 2015 “scenderà marginalmente” a 12,5% (a febbraio era al 12,4%). Divera la situazione dell’eurozona: grazie a un miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro, la disoccupazione calerà più del previsto nell’eurozona e nell’Ue. Le stime della Commissione Ue prevedono un tasso all’11,8% nel 2014 e all’11,4% nel 2015 per i paesi della moneta unica, contro 12% e 11,7% previsti a febbraio, e 10,5% e 10,1% per i 28 contro 10,7% e 10,4%.
“Le previsioni confermano che il Paese sta migliorando, c’è crescita, miglioramento della competitività ma soprattutto di investimenti e occupazione nel periodo di previsione”: così commenta il ministro Pier Carlo Padoan, aggiungendo che “questo conferma che le cose stanno andando bene e che la politica economica del governo le rafforzerà”.
“Le misure richiedono tempo”, ma “la direzione è giusta e le misure sono giuste, i tempi sappiamo tutti, sia a Roma che a Bruxelles, che non sono immediati ma questo non indebolisce l’importanza delle misure”.
La Commissione Ue ha dato un pareggio strutturale “diverso dalla previsione che abbiamo avanzato”, e “la ragione è che non tiene conto delle politiche intraprese”. Il ministro ha quindi spiegato di non sentirsi preoccupato, e ha aggiunto che “altri Paesi hanno posizione di aggiustamento peggiore della nostra”.
Il Governo, come la Ue, aveva detto “da tempo che il debito quest’anno sarebbe aumentato e il prossimo sceso”, e inoltre “visto il surplus primario e la crescita in aumento, il costo del debito in riduzione, tutto aritmeticamente indica che questa riduzione ci sarà forse più rapidamente di quanto pensiamo, ha sottolineato Padoan.
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