Salta lo switch off della rete in rame. Guidi: operatori sceglieranno tecnologia migliore
Sei miliardi di euro di risorse pubbliche, da qui al 2020, per varare la ‘rivoluzione digitale’ italiana. E’ quanto prevede il piano del governo per lo sviluppo della banda ultralarga e la crescita digitale è passato all’esame del consiglio dei ministri di ieri sera. Un investimento ingente perché “il futuro del Paese”, ha detto il Premier Matteo Renzi in Conferenza stampa, “passa da qui”. “Lasciamo al mercato la scelta tecnologica”, ha commentato il ministro per lo Sviluppo economico, Federica Guidi.. “Gli operatori – ha aggiunto Guidi – decideranno con un meccanismo virtuoso come fare il loro piano di infrastrutturazione”.
Nel documento sulla Strategia italiana per la banda ultralarga (qui le slide di presentazione) viene fissato l’obiettivo di raggiungere entro il 2020 la copertura fino all’85% della popolazione con una connettività ad almeno 100 Mbps, che è l’unica a poter essere definita banda ultralarga (o ultrabroadband) nell’accezione dell’Agenda Digitale Europea. Per il restante 15% l’obiettivo è invece garantire una velocità di almeno 30 Mbps. Salta lo switch-off della rete in rame, che avrebbe potuto impattare sulla sostenibilità finanziaria di Telecom Italia.
Secondo i piani industriali degli operatori privati – segnala poi il documento – solo nel 2016 si arriverà al 60% della popolazione coperta dal servizio a 30 Mbps, senza impegni successivi. Quanto agli operatori, Telecom Italia, Fastweb e Vodafone per l’infrastruttura hanno puntato primariamente sulla soluzione Fttc (Fiber to the Cabinet, la fibra fino alla cabina di smistamento, attualmente con velocità di 30-100 Mbps).
L”Italia resta uno dei paesi meno digitali d’Europa e a livello mondiale non se la passa meglio . I test più recenti dicono che in Italia la velocità media di connessione è di 9,18 Mbps (megabit per secondo, l’unità di misura della velocità di trasmissione su rete informatica, ndr), che ci colloca al 94esimo su 198 Paesi osservati (in Europa così lenti sono solo i Paesi dei Balcani, Grecia e Turchia). Quanto alla fibra ottica, nelle economie con maggior penetrazione, l’Italia fa meglio solo della Romania (dati 2014 dell’organizzazione industriale Fibre to the home Council).
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