Più fiducia su inflazione, ma serve ancora stimolo
“Il quantitative easing della Bce proseguirà a 60 miliardi al mese fino a dicembre, e da gennaio a ottobre 2018 “a un ritmo mensile di 30 miliardi di euro sino alla fine di settembre 2018, o anche oltre se necessario e in ogni caso finché il Consiglio direttivo non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione”.
Lo ribadisce il bollettino mensile della Bce, che reinvestirà il capitale dei titoli in scadenza “per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività, e in ogni caso finché sarà necessario.Questa misura contribuirà sia a mantenere condizioni di liquidità favorevoli, sia a un adeguato orientamento della politica monetaria”.
Il Consiglio direttivo ha anche deciso di continuare a condurre le operazioni di rifinanziamento principali e le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine, con scadenza a tre mesi, mediante aste a tasso fisso, con piena aggiudicazione degli importi richiesti finché necessario e, almeno, sino al termine dell’ultimo periodo di mantenimento delle riserve del 2019.
Il bollettino economico della Bce poi affronta il tema dell’inflazione “se da un lato – si legge – la ricalibrazione degli acquisti di attività riflette la crescente fiducia nella graduale convergenza dell’inflazione verso l’obiettivo prefissato, dall’altro le spinte interne sui prezzi sono ancora complessivamente tenui, e le prospettive economiche e il profilo dell’inflazione continuano a dipendere dal perdurante sostegno offerto dalla politica monetaria. E’ tuttora necessario un ampio grado di stimolo monetario”.
Secondo la Bce “l’inflazione di fondo nell’area dell’euro dovrebbe continuare ad aumentare gradualmente nel medio periodo, sostenuta dalle misure di politica monetaria della Bce, dal perdurare dell’espansione economica nonché dalla progressiva riduzione della capacità inutilizzata nell’economia e dalla più vigorosa dinamica salariale”.
Pwe quanto riguarda l’Italia la Banca centrale europea nel bollettino riporta: “a partire dalla metà del 2015, il credito al consumo ha svolto un ruolo chiave nel sostenere la ripresa dei prestiti totali alle famiglie da parte delle istituzioni finanziarie e monetarie in Italia e ancor più in Spagna. In Italia, il credito al consumo contribuisce a formare metà della crescita annuale dei prestiti totali delle ifm alle famiglie. Per contro, i tassi di crescita tendenziale del credito al consumo rimangono relativamente moderati in Germania e in Francia. In particolare in Spagna e in Italia le immatricolazioni di nuove autovetture sono cresciute notevolmente negli ultimi anni, in coincidenza con la ripresa del credito al consumo a inizio del 2015 e con il suo marcato rafforzamento negli anni successivi”.
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