“No all’aumento del diritto camerale del 50 per cento proposto dalla Cciaa di Catania, Siracusa e Ragusa”. A ribadirlo, dopo la scelta da parte dei componenti di Confesercenti di abbandonare la riunione in cui doveva essere approvata la misura, è il presidente di Confesercenti Sicilia, Vittorio Messina. “L’aumento dei diritti per evitare il dissesto finanziario dell’Ente è una proposta che si può cogliere solo davanti ad un disegno preciso per ristabilire l’equilibrio finanziario della Camera di commercio e per procedere verso una gestione virtuosa della stessa. Così ad oggi non è”, dice Messina. “Approfittando del comma 784 dell’articolo 1 della legge n. 205/2017, la CCIAA di Catania, Siracusa e Ragusa prova ad ovviare ad un bilancio che presenta squilibri strutturali tali da poter provocare il dissesto finanziario ma manca del tutto un programma pluriennale di riequilibrio finanziario condiviso con la Regione. “Un atto – dice Messina – previsto dalla legge alla luce del quale si può prevedere l’aumento del diritto annuale fino a un massimo del 50 per cento”. Sempre secondo la norma, l’aumento deve essere autorizzato dal Ministro dello sviluppo economico valutando le misure contenute nel programma. “Inoltre – conclude Messina – occorre tenere conto della necessità di sottoporre alle valutazioni del Ministero eventuali atti deliberativi applicativi di tale disposizione in tempi utili al fine di ridurre il più possibile l’eventuale periodo transitorio e le relative richieste di conguagli dalle imprese. Per queste motivazioni i consiglieri di Confesercenti non hanno partecipato all’approvazione della misura proposta”.
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