Il presidente della Commissione Bilancio della Camera: senza indirizzo comune ogni Paese farà da sè
“In questi mesi la tassazione dell’economia digitale e la necessità di creare un sistema fiscale più equo sono entrati nel dibattito culturale e politico del nostro Paese. Ma nessuno, oggi, vuole riproporre quella che, strumentalmente, è stata definita webtax. Il discorso avviato nei mesi scorsi riguarda le tasse che non pagano le multinazionali del web. Oggi, alle porte del semestre di presidenza italiana dell’Unione europea siamo giunti ad un punto di svolta. O entro l’anno l’Europa riuscirà a dare delle risposte concrete sulla fiscalità digitale oppure ogni Paese sarà costretto a fare da sé, come purtroppo sta accadendo in Francia, Germania e Regno Unito. Non è più il tempo dei rinvii”.
Così Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera.
“Anche sull’economia digitale – aggiunge – è arrivato il momento delle scelte. Lunedì, nel corso del convegno ‘Economia digitale e industria culturale’, organizzato alla Camera, tireremo le somme del lavoro fatto fin qui in Parlamento, anche alla luce delle iniziative prese dagli altri Paesi europei. Dobbiamo fornire al governo basi solide e concrete da cui ripartire per poter giungere, nel semestre italiano, a definire delle regole chiare su quei comparti la cui catena del valore è stata completamente stravolta dall’economia digitale in regime di monopolio o di pochi ed evidenti oligopoli tra multinazionali del web. Lunedì sarà l’occasione per confrontarci con esperti in materia e con i principali protagonisti: Fedele Confalonieri, Carlo De Benedetti, Gino Paoli e Andrea Zappia, moderati da Giovanni Minoli, risponderanno all’inquadramento scientifico del prof.Antonio Uricchio, ordinario di diritto tributario e rettore dell’Università di Bari, in rappresentanza di quelle realtà che, ogni giorno, devono fare i conti con l’elusione delle grandi multinazionali del web che, a differenza loro, a fronte dei profitti milionari non versano allo Stato alcuna tassa, se non le briciole. Una situazione del genere non è più tollerabile, nel semestre Ue si deve trovare una soluzione che garantisca equità fiscale e concorrenza leale anche nel mercato digitale”.
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