Gli effetti della crisi sull’Italia, dice, sono stati più persistenti che in altri paesi
Il Pil italiano tornerà ai livelli pre-crisi alla metà degli anni 2020. Lo afferma il Fmi nel suo rapporto sull’area euro, stilato a seguito della missione di ispezione annuale, sottolineando che gli effetti della crisi sull’Italia sono stati più persistenti che in paesi quali la Germania, dove il Pil è già ben al di sopra dei livelli pre-crisi.
”La crescita dell’area euro continuerà nel breve termine. La Germania e la Spagna resteranno i motori di crescita, mentre l’Italia e la Francia beneficeranno della ripresa” mette in evidenza il Fmi.
“In Italia – aggiunge – i progressi per la riduzione dei crediti deteriorati sono stati troppo lenti, con un calo di solo il 5% rispetto al picco del 2015. La flessibilità prevista dal Patto di Stabilità può e dovrebbe essere usata per incentivare credibili riforme strutturali. L’Italia si è avvalsa di questa flessibilità nel 2016. In tutti i casi la credibilità è centrale. Tutti i paesi euro dovrebbero procedere verso un riequilibrio di bilancio che favorisca la crescita. L’Italia per esempio potrebbe razionalizzare le spese fiscali, ampliare la base imponibile e attuare una tassa moderna su proprietà immobiliari per ridurre il cuneo fiscale”.
Il Fondo monetario internazionale ha, inoltre, sottolineato come: “la ripresa economica dell’area euro si stia rafforzando ed ampliando. Tuttavia le prospettive di medio e lungo termine restanno soggette a significativi rischi al ribasso. Tra questi il fatto che i Paesi ad elevato debito potrebbero risentire di aumenti dei costi di rifinanziamento.Inoltre le debolezze strutturali nel sistema bancario europeo, in termini di basa redditività e elevate sacche di crediti deteriorati potrebbero innescare dissesti finanziari. Infine il sostegno politico verso l’integrazione europea appare eroso dai persistenti squilibri tra Paesi e dalla mancanza di convergenza”.
Leggi le altre notizie in Primo Piano
Powered by WPeMatico