I dazi maggiore minaccia alla ripresa, a rischio 0,5% pil entro 2020
Il Fondo monetario internazionale, nell’aggiornamento del World Economic Outlook, rivede al ribasso le stime di crescita per l’Italia per il 2018 e il 2019. “Dopo il +1,5% del 2017, il Pil italiano crescerà quest’anno dell’1,2%, ovvero 0,3 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di aprile. Il prossimo anno la crescita si fermerà all’1,0%, -0,1 punti. La revisione al ribasso è legata agli spread più ampi sui titoli di stato e alle più strette condizioni finanziarie in seguito alla maggiore incertezza politica e che dovrebbero farsi sentire sulla domanda interna”.
La crescita di Eurolandia è prevista ”rallentare gradualmente dal +2,4% del 2017 al +2,2% del 2018 e +1,9% del 2019, aggiunge il Fmi, rivedendo al ribasso di -0,2 punti percentuali per il 2018 e 0,1 punti percentuali per il 2019 le stime dell’area euro rispetto a quelle di aprile. Invariate invece le previsioni per gli Stati Uniti, il cui Pil è atteso crescere del 2,9% quest’anno e del 2,2% il prossimo”.
“L’aumento dell’incertezza politica in Europa, spiega ancora nell’aggiornamento dell’Outlook, è uno dei rischi che pesano sull’economia globale. L’Ue si trova ad affrontare sfide politiche
fondamentali sui migranti, sulla governance di bilancio e sull’architettura istituzionale dell’area euro. I termini della Brexit non sono ancora stati fissati dopo mesi di trattative.’Le ripetute ondate delle pressioni migratorie internazionali, che si sono rivelate politicamente destabilizzanti, non possono essere evitate senza un’azione comune per migliorare la sicurezza internazionale e senza resistere al cambiamento climatico e ai suoi effetti”.
Per la Gran Bretagna il Fmi prevede “un pil in crescita dell’1,4% nel 2018 (-0,2) e dell’1,5% nel 2019”. Per Berlino prevede “un Pil in aumento del 2,2%, ovvero 0,3 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di aprile. Per il 2019 la crescita è attesa al 2,1%, 0,1 punti percentuali in più rispetto alle stime precedenti. Per la Francia la crescita è attesa all’1,8% quest’anno e all’1,7% il prossimo, in calo di 0,3 punti percentuali per tutte e due gli anni. Come per l’Italia, anche per Germania e Francia la revisione al ribasso si verifica in un contesto di rallentamento dell’area euro. Restano invece invariate a +2,8% nel 2018 e +2,2% nel 2019 le stime per la Spagna“. Lascia invariate al 3,9% per il 2018 e il 2019 le stime per il pil mondiale.
“Le misure protezionistiche – aggiunge – vanno evitate perché rischiano di far deragliare la ripresa economica mondiale: i dazi sono la ”minaccia” maggiore alla crescita. Se le attuali minacce nelle politiche commerciali dovessero diventare realtà e la fiducia di conseguenza calare, la crescita mondiale – stima il Fmi – rischia di essere lo 0,5% in meno rispetto alle attuali stime per il 2020. Negli ultimi mesi gli Stati Uniti hanno imposto dazi su diversi beni importanti, innescando misure ritorsive dai partner commerciali. Allo stesso tempo, il Nafta e gli accordi economici fra Regno Unito e il resto dell’Unione Europea sono oggetto di trattative. Un’escalation delle tensioni commerciali può mettere a rischio la fiducia delle aziende e dei mercati finanziari, facendo sentire sugli investimenti e sugli scambi commerciali”.
“Maggiori barriere commerciali – conclude il Fondo – hanno effetti negativi sulle catene produttive, rallentano la diffusione di nuove tecnologie e ridono la produttività. La cooperazione multilaterale in un sistema commerciale aperto e basato sulle regole ha un ruolo vitale nel preservare la crescita globale e rafforzare le prospettive di medio termine”.
Di seguito le nuove previsioni del Fmi
(tra parentesi sono riportate le variazioni in punti percentuali rispetto alle stime di aprile)
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