Rilancio della crescita e degli investimenti al centro dell’agenda del Summit
Con l’intervento del vice primo ministro turco responsabile per l’Economia, Ali Babacan, hanno preso ufficialmente il via a Istanbul i lavori del G20 dei ministri delle Finanze e dei governaori delle banche centrali. Ai lavori, sono presenti anche i responsabili delle principali organizzazioni internazionali, da Mario Draghi per la Bce, a Christine Lagarde per il Fondo monetario internazionale, fino ad Angel Gurria per l’Ocse. Per l’Italia sono volati in Turchia il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Al centro dell’agenda figurano il rilancio della crescita e degli investimenti, sebbene a margine del vertice non siano mancati colloqui sulla rinegoziazione del debito greco e sulla situazione in Ucraina.
Di sicuro le tensioni che arrivano da Atene e Kiev sono state al centro del breve G7 che ieri sera ha preceduto la cena ufficiale, durante la quale e’ avvenuto il primo scambio di opinioni sullo stato di salute dell’economia globale. La sensazione diffusa e’ che la crescita potrebbe andare oltre le stime dei principali centri di previsione, a partire dai numeri diffusi dall’Fmi, che ha fissato la crescita globale al 3,5% quest’anno e al 3,8% il prossimo ma che sembra non aver tenuto sufficientemente conto dei benefici che potrebbero derivare dal programma di quantitative easing lanciato dalla Bce e dal calo dei corsi del greggio. Anche per l’Italia, il cui Pil secondo l’organizzazione di Washington dovrebbe salire di appena lo 0,4% nel 2015 potrebero esserci “sorprese positive”, ha affermato Padoan. E una crescita dello 0,7-0,8% non sembra obiettivo irraggiungibile, anche se tra gli esperti prevale la cautela dopo le accuse di “eccesso di ottimismo” mosse alle loro previsioni negli ultimi anni.
Il comunicato ufficiale dovrebbe comunque prendere atto di entrambe le novita’. Non manchera’ dunque la ‘piena benedizione’ delle decisioni prese dall’Euorotower e si sottolineera’ che “il forte declino dei prezzi del petrolio, legato sia all’offerta che alla domanda, favorira’ un’accelerazione della crescita globale, sebbene in modo diverso tra le varie economie”. Le condizioni dell’economia globale restano tuttavia “incerte”, avvertono i Venti. E il rischio, si osserva, e’ che “una fase di prolungata bassa inflazione e di protratta debolezza della domanda in alcune economie possa accrescere il rischio di una persistente stagnazione”. Per questo il comunicato invita a mantenere le politiche monetarie “accomodanti finche’ le prospettive di crescita, inflazione e stabilita’ finanziaria non ne permetteranno la normalizzazione”.
La “lenta crescita” dell’Eurozona e del Giappone resta il problema maggiore dello scenario globale. Ma gia’ da domani gli occhi di tutti si sposteranno su Bruxelles e Minsk, dove mercoledi’ si terranno due riunioni decisive: nella capitale belga l’Eurogruppo discutera’ la ridefinizione del programma greco; in quella bielorussa Russia, Ucraina, Germania e Francia cercheranno di trovare un’intesa che metta fine al conflitto del Donbass. Due passaggi decisivi per non gelare sul nascere i primi germogli di ripresa.
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