Confermata efficacia degli sconti dei saldi, ma rallentamento dovuto a componenti volatili
L’inflazione torna a frenare. Il dato odierno di febbraio diffuso dall’Istat registra ancora una volta un lieve rallentamento nella dinamica dei prezzi al consumo, la cui causa è da rintracciare nelle componenti più volatili dell’indice, come alimentari freschi e componenti energetiche. In questo mese, come peraltro a gennaio – sottolinea l’Ufficio economico di Confesercenti in una nota – arriva anche il contributo dai saldi invernali dell’abbigliamento calzature che, complessivamente, registrano una flessione del 4% che si aggiunge al calo del 21% del mese scorso. Ciò dimostra che le vendite di fine stagione corrispondono, in generale, ad effettivi sconti sui prodotti venduti e non sono solo operazioni “di facciata” come spesso viene ipotizzato. Cresce, infine, anche se di poco la componente di fondo (al netto, appunto, di energetici e alimentari non lavorati).
A parte l’incidenza momentanea dei saldi, il quadro generale è ancora quello di una dinamica dei prezzi lenta ed oscillante. Dal confronto con le previsioni riguardanti l’area dell’euro, lo scarto è di 5 decimali, sia sul dato complessivo che sulla componente di fondo: in entrambi i casi l’indice IPCA dell’area euro è atteso all’1,2%. La nostra inflazione, perciò, continua ad essere fra le più basse dei Paesi della moneta unica, segno inequivocabile di una persistente debolezza dei consumi interni.
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