“In una situazione di disastro dei consumi, non vogliamo credere che si mettano ancora le mani sull’Iva. Sarebbe davvero una follia, specie in una situazione nella quale l’Italia è già con un piede nella deflazione: anche se si trattasse di uno spostamento selettivo di beni dalle aliquote più basse, quelle del 4% e del 10%, un’ulteriore caduta dei consumi sarebbe infatti inevitabile”. Così, in una nota, Confesercenti commenta le indiscrezioni di stampa su un progettato intervento di ritocco al rialzo delle aliquote IVA agevolate.
“Con l’ennesimo aumento dell’imposta, infatti, si sottrarrebbe una serie di beni alle possibilità di acquisto di vasti ceti popolari, con un ritorno certamente inferiore alle attese in termini di gettito. Senza contare che il ritocco verso l’alto dell’Iva è un metodo brevettato per raddoppiare le chiusure di imprese nel commercio e nel turismo, già oltre quota 50mila nei primi 8 mesi del 2014, con i conseguenti ovvi effetti su occupazione e Pil. Non è questa la strada da seguire, in quanto la questione centrale da risolvere è quella di un mercato interno che va rivitalizzato con una leva fiscale, smettendo di usarla per aumentare il carico su famiglie ed imprese, incominciando ad avviare una decisa inversione di tendenza. In questi giorni, nel nostro Meeting, abbiamo visto documentare il cumulo di sprechi e spese inutili della Pubblica Amministrazione. E’ ora di voltare pagina: lo Stato deve diventare più snello e meno costoso. Le risorse per la crescita vanno trovate qui, sconfiggendo le resistenze di chi non vuol cambiare, non aumentando ulteriormente la pressione fiscale, già a livelli insostenibili”.
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