Il Consiglio dei Ministri: “deficit al 2,6%”. Padrona: “Europa verso la crescita”
Le correzioni dei conti proposte dall’Italia – ed approvate ieri dal consiglio dei ministri – hanno convinto il commissario Jirky Kaitanen. “Nelle ultime due settimane, la Commissione si è consultata con alcuni Stati membri per richiedere informazioni e per evidenziare alcuni timori iniziali sulle bozze di leggi di bilancio presentate”, fa sapere Katainen in una nota, precisando che Italia e Francia hanno risposto “in modo costruttivo” ai rilievi. La collaborazione dei due Governi è stata particolarmente apprezzata da Bruxelles, che l’ha presa come la dimostrazione di un processo che funziona, senza bisogno di arrivare alle sanzioni e dunque alle bocciature. Dopo aver preso in considerazione “le nuove informazioni e gli sforzi ulteriori” comunicati nei giorni scorsi, Katainen spiega che non vi sono casi di “deviazione particolarmente grave che ci obbligherebbe a considerare un’opinione negativa in questo momento del processo”.
Se le correzioni non fossero state fatte, la Commissione sarebbe stata obbligata dalle regole a bocciare i piani. Ma anche se non vi sono “deviazioni gravi” dalle indicazioni del Patto di stabilità, non è detto che non vi siano rischi di violazioni. Per questo il finlandese rimanda a novembre, ai giudizi completi che la nuova Commissione adotterà: “Qualunque mancanza o rischi saranno chiaramente messi in luce allora”. Non solo: “Qualunque possibile ulteriore passo nell’ambito del Patto sarà valutato in un momento successivo, prendendo in considerazione le previsioni economiche autunnali e le opinioni sui piani di bilancio”. Ovvero: evitata la bocciatura, l’Italia resta a rischio di bacchettate e anche di procedure, come quella per il debito elevato o per squilibri macroeconomici (sempre a causa del debito), nel caso in cui la Commissione non riterrà sufficiente lo sforzo per ridurre l’enorme accumulo di spesa. E a novembre, i momenti di esame saranno molti: si comincia con le previsioni economiche del 4, si prosegue a metà mese con il giudizio completo sulla legge di stabilità e con il rapporto sugli squilibri, oltre ad uno studio ‘ad hoc’ su quelli italiani.
”Nessuna resa all’Europa, la flessibilità è possibile’‘. Il Def cambia le stime e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan le spiega alle Camere. Ma l’opposizione da battaglia. Chiede a gran voce che il documento, ”aggiornato” con le nuove previsioni inviate all’Ue, torni al voto dell’aula. E, poichè contiene una deroga al pareggio di bilancio previsto dalla Costituzione, sia nuovamente approvato a maggioranza assoluta. Il braccio di ferro, giocato sul filo delle leggi e dei regolamenti parlamentari, ha però un risvolto fortemente politico. Il ”vecchio” Def al Senato è stato approvato, due settimane fa, con un solo voto in più rispetto al quorum richiesto. Così una nuova prova d’aula potrebbe rappresentare un rischio, una buccia di banana sulla quale far scivolare il Governo Renzi. Inoltre, il primo effetto pratico è quello di rinviare ancora l’avvio della sessione di bilancio per l’esame della Legge di Stabilità. Il nuovo fronte si apre per il governo proprio mentre il cielo si rasserena a Bruxelles.
La commissione da il via libera alla manovra dopo che la correzione del deficit e’ stata aumentata di 0,3 punti, si arriva così al 2,6%. Per il deficit strutturale, invece, la correzione e’ anche superiore allo 0,3%. ”Uno sforzo notevole dopo 3 anni di recessione”, ha detto il ministro Pier Carlo Padoan che ha salutato la decisione del falco Katainen come il preludio di una nuova Europa ora ”sulla strada dello sviluppo e della crescita dell’occupazione”. Certo ammette: la procedura di infrazione non è ancora scongiurata e la maggiore correzione toglie risorse per spingere la crescita.
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