“La notizia della sentenza della Corte di Costituzionale che boccia la riforma del sistema camerale rappresenta un’ulteriore conferma della frettolosità e della superficialità con cui è stato approvato il decreto ministeriale d’attuazione del Piano di Riordino delle Camere di commercio”, Lo afferma il presidente di Confesercenti Sicilia, Vittorio Messina.“La non legittimità sulla procedura, che non è conforme alla Carta Costituzionale e che di fatto azzera il decreto Calenda per eccesso di delega, crea non poche difficoltà – aggiunge Messina – che si aggiungono al grande disorientamento e all’atteso riordino con la razionalizzazione delle sedi e del personale, che continua a generare inquietudine all’interno degli Enti camerali. Oggi ci troviamo davanti ad una riforma monca che rischia di penalizzare soprattutto i territori deboli a cui necessitano maggiormente i servizi che le Camere possono assicurare alle imprese”. “Una riforma, dunque, che per puri calcoli finanziari – continua il presidente di Confesercenti Sicilia – non ha tenuto conto delle diverse realtà territoriali o di situazioni particolari come la Sicilia dove esiste il problema delle pensioni dei dipendenti a carico degli stessi Enti camerali Adesso occorre superare l’impasse e fare sì che la sentenza venga applicata e che al più presto si ottengano risposte alle attese del personale e alle aspettative degli imprenditori locali”.“Il modo migliore per farlo – conclude Vittorio Messina – sarebbe quello di utilizzare questa battuta d’arresto per procedere alla controriforma del sistema camerale per ridare tranquillità a chi lavora all’interno delle Camere e per andare incontro alle reali necessità delle imprese con particolare attenzione alle aree a ritardo di sviluppo”.
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