Visco: l’ incertezza è il maggiore problema globale.
“L’economia globale, a sette anni dalla crisi finanziaria, non è ancora tornata ai livelli pre-crisi e sono essenziali nuove riforme strutturali, che favoriscano la produttività e gli investimenti”.
Lo sostiene l’Ocse nel suo Business and Financial Outlook, dedicato alla frammentazione economica.
Secondo l’Ocse “Nonostante le politiche di allentamento monetario, le riforme sulla regolamentazione finanziaria e le risoluzioni del G20 per favorire le riforme strutturali l‘economia mondiale non ha fatto grandi progressi”.
Per l’Ocse due sono i principali ostacoli: “La stagnazione nella crescita degli investimenti e la regolamentazione bancaria e dei crediti deteriorati, o non performing loans (Npl). Per far fronte a queste sfide e rinvigorire la crescita sono essenziali le riforme strutturali, o meglio occorre implementare nuove politiche strutturali che stimolino gli investimenti e la crescita della produttività”.
Piu’ nel dettaglio l’Ocse cita “intelligenti politiche di bilancio che aiutino la ricerca e lo sviluppo e una maggiore apertura dei mercati“.
“La politica di allentamento monetario delle banche centrali ha raggiunto i suoi limiti in termini di stimolo per gran parte dell’economia globale – sostiene ancora l’Ocse nel rapporto. Per ridurre questa frammentazione, che blocca le prestazioni e la crescita della produttività la chiave sono le riforme strutturali. La realizzazione delle riforme strutturali in molti settori incoraggerà i necessari investimenti nelle industrie emergenti, come le fonti rinnovabili, in una fase di in cui è giunto a termine il super-ciclo delle materie prime e stimolerà l’innovazione e la diffusione dei sui benefici per far ripartire la crescita della produttività dopo diversi anni di stagnazione”.
“L’incertezza è il maggiore problema che abbiamo su scala globale”, ha detto il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco a Parigi alla presentazione del Business and Finance Outlook 2016. “E’ per l’incertezza, aggiunge che abbiamo pochi investimenti e si prendono pochi rischi economici e finanziari”.
Visco ha poi ammesso che “una politica monetaria accomodante, protratta a lungo, può comportare dei rischi, ma ritiene che al momento non ci siano prove di bolle sui prezzi degli asset dell’Eurozona“.
Inoltre per Visco, “senza l’attuale politica monetaria della Bce avremmo rischiato una spirale inflazionistica con conseguenze gravi per l’economia e il sistema finanziario. Abbiamo bisogno di investimenti in infrastrutture, abbiamo bisogno che la politica degli stati investa in infrastrutture. Non solo in infrastrutture materiali, come strade e ponti, o come il Ponte sullo Stretto di Messina, ma anche infrastrutture immateriali, come la banda larga e l’istruzione“.
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