L’80% degli under29 vive a casa con i genitori. Capacità perse dei Neet ci costano l’1,4% del Pil
In Italia, la proporzione di giovani non occupati e non in istruzione o formazione (i cosiddetti Neet) è aumentata considerevolmente durante la crisi. In Italia l’80,6% dei giovani vive a casa dei genitori. Prima del 2007, afferma l’Ocse nel suo rapporto ‘Uno sguardo sulla società 2016-riflettore sui giovani’ il tasso di Neet in Italia era attorno al 20%, 4 punti percentuali sopra la media Ocse. Fra il 2007 e il 2014 è aumentato raggiungendo il 27%, il secondo più alto nell’Ocse dopo la Turchia.
Il tasso di Neet ha registrato una modesta riduzione nel 2015 (corrispondente a quasi 2,5 milioni di Neet) ma resta sopra i livelli pre-crisi, quasi il doppio della media Ocse (15%). Come in altri Paesi industrializzati, la maggioranza dei giovani (60%) non cerca nemmeno un lavoro. Le donne sono la parte preponderante fra i Neet, sebbene la loro quota sia scesa del 60% del totale (composta per la maggioranza da donne inattive) prima della crisi, a circa metà nel 2014.
La diminuzione è in parte dovuta al fatto che l’aumento della disoccupazione giovanile durante la crisi ha colpito più i giovani uomini che le giovani donne. In Italia le capacità che vanno perse a causa dei Neet, i giovani tra i 18 e i 29 anni senza lavoro o istruzione, rappresentano l’1,4% del Pil.
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