Il Presidente Nazionale Confesercenti a Modena
Appello rivolto sia in ambito nazionale, ma anche e soprattutto locale dove tra crisi, calo dei consumi e pressione fiscale opprimente, le PMI rischiano l’estinzione
“Rimuovere gli ostacoli che frenano la crescita, rimettere in moto l’economia, rilanciare le imprese”. Il Presidente nazionale di Confesercenti e attuale portavoce di RETE Imprese Italia Marco Venturi si è rivolto in questo modo al Governo in occasione dell’assemblea nazionale associativa 2014. E si rivolge al tempo stesso e a maggior ragione anche agli enti locali viste e considerate le difficoltà che stanno caratterizzando i territori e colpendo molto duramente le piccole e medie imprese che operano esclusivamente sul mercato interno.
A Modena, invitato da Confesercenti in occasione dell’annuale Assemblea associativa, Venturi non ha mancato di porre l’accento su una serie di dati che denotano la grave situazione di difficoltà attraversata dal mondo imprenditoriale, ed in particolare dalle piccole realtà produttive a livello nazionale e quindi anche strettamente locale. In primo luogo la crisi del mercato interno, che nel solo biennio 2012-2013 ha fatto segnare una diminuzione per la spesa di beni da parte delle famiglie di 28 miliardi e mezzo di euro. “Un crollo per le PMI legate al nostro mercato, le cui conseguenze devastanti si sono abbattute sul Pil e occupazione”. Alla flessione della domanda interna i somma poi anche la pesante contrazione registrata dal credito alle imprese comprese quelle virtuose che, unitamente alla ragnatela burocratica che di fatto blocca il mondo produttivo, quando, afferma Venturi, “Intorno a noi dilaga e prospera l’abusivismo. Chi ha chiuso negli ultimi 12 mesi per crisi, alti costi, tasse e burocrazia pensa che di legalità si muore e di illegalità si sopravvive.”
E queste sono state alcune delle denunce che la grande manifestazione di piazza del Popolo a Roma il febbraio scorso ha evidenziato, “Oltre a significare e dimostrare – continua Venturi – come l’unità del mondo associativo in RETE Imprese Italia rappresenta il modo più efficace per dare risposte alle imprese. Lo abbiamo visto nei tanti incontri fatti da RETE con il governo Renzi e i suoi ministri. Dobbiamo continuare a pressare l’Esecutivo e il Parlamento, per incidere sulle ‘ferite aperte’, a partire da fisco e burocrazia. L’eccesso di prelievo in Italia è figlio di una spesa pubblica tracimante, causata anche dalla riforma del Titolo V che ha dato il via libera a 23000 centri di spesa. Occorre garantire, con interventi rapidi e decisi, tagli significativi ad una spesa mostruosa che non possiamo né vogliamo più permetterci. Soprattutto, occorre una riflessione coraggiosa sul debito pubblico. Meno spesa, meno tasse per favorire maggiori investimenti, rilancio dei consumi e crescita della occupazione. La riforma del fisco non può più essere rinviata e deve incidere sia sull’imposizione nazionale, sia su quella locale.”
La prima emergenza per il Presidente nazionale di Confesercenti, sostenuto anche da Fulgenzio Brevini coordinatore sindacale provinciale per l’Associazione imprenditoriale modenese, è quella di mettere mano ad un fisco locale sempre più vorace e che alimenta sprechi ed abusi. Al di la del pasticcio Tasi – anche se Modena è tra le poche città che ha determinato per le abitazioni private una diminuzione dalla Tasi e per i beni strumentali delle imprese una minima riduzione dell’IMU – nel 1990 le imposte locali assorbivano l’equivalente di meno di 8 giorni di lavoro, nel 2013 hanno toccato i 26: un costo insostenibile. In soli quattro anni il prelievo locale è cresciuto di circa 20 miliardi, mentre l’imposizione centrale è salita di 14 miliardi. Ben 34 miliardi di euro in più per le casse pubbliche, e 34 in meno per redditi, investimenti e consumi. Nello stesso periodo il Governo ha tagliato 30 miliardi di trasferimenti agli enti locali. “C’è di fatto il rischio che con una mano si diano agevolazioni, come lo sconto del 10% della bolletta elettrica e il dimezzamento dei contributi camerali, e con l’altra, quella del territorio, si riprenda tutto aumentando il prelievo fiscale. Alla fine a fare la spending review sono stati i cittadini e le imprese che si sono visti sottrarre in quattro anni 64 miliardi di euro: il 7% dei consumi complessivi delle famiglie.”
“Ecco perché – evidenzia Brevini – ci sentiamo di riproporre in modo più forte e con iniziative più pregnanti ai colleghi di RETE Imprese Italia in occasione delle prossime discussioni sui bilanci comunali significative riduzioni di spesa che per il comune capoluogo potrebbero essere quantificate in una decina di milioni, intervenendo in settori non strategici da destinare ad un significativo abbattimento dell’IMU sui beni strumentali delle imprese.”
Ma è anche un’altra la proposta che avanza il presidente nazionale di Confesercenti: “Un nuovo patto fiscale: nei prossimi cinque anni vogliamo un impegno solenne da parte di Governo, Regioni e Comuni, che preveda la restituzione di 10 miliardi l’anno a cittadini ed imprese, finanziato da tagli coraggiosi alla spesa pubblica. Senza nel frattempo altri aumenti di imposizione fiscale, nazionale e locale. Si possono in questo modo raggiungere alcuni fondamentali obiettivi: dare certezza e stabilità ai contribuenti ed in particolare al mondo imprenditoriale; favorire la programmazione di investimenti e occupazione; ridurre la pressione fiscale; semplificare gli adempimenti. Ma occorre fare presto. Perché a fine anno in soli tre mesi i contribuenti dovranno far fronte a Tasi, acconto Irpef, Tari, IMU: una nuova batosta che lascia presagire nuove chiusure e disoccupazione.”
“Sono le imprese – tiene a precisare Venturi – quelle che creano ricchezza e lavoro sul territorio. Per questo ci aspettiamo interventi forti e mirati a mettere tutte le PMI italiane nella condizione non solo di tenere, ma di crescere. Il Governo ha fatto passi in avanti in questa direzione (Il Dl lavoro contiene un serio tentativo di semplificazione, il mini taglio dell’IRAP è stato positivo e Garanzia Giovani rappresenta un’opportunità) Però chiediamo un ulteriore impegno al governo di innalzare il tetto di esenzione dell’imposta e per sostenere le piccole e medie imprese.”
Ci sono richieste però anche in ambito più strettamente locale, aggiunge Brevini, “Nello specifico per quello che riguarda la qualificazione urbana: che non deve intendersi solo in termini di mobilità, ma anche di qualità della vita. Il commercio rimane il perno di questa qualità, soprattutto come servizio di vicinato. Basta girare le nostre città e quindi anche Modena per vedere e percepire il dramma che hanno vissuto e stanno vivendo migliaia di imprenditori. Saracinesche chiuse, cartelli vendesi e affittasi. La totale deregulation del commercio avrebbe dovuto favorire la concorrenza, dare nuovo impulso ai consumi e, con essi, al Pil. Nessuno dei tre obiettivi è stato raggiunto. L’unico effetto, finora è stata la penalizzazione dei negozi di vicinato. Tornare alla regolamentazione degli orari è una scelta necessaria e obbligatoria, che garantisce un’equa concorrenza tra le diverse forme distributive. La nostra proposta di ripensare le liberalizzazioni – tema su cui Brevini tiene a ricordare le oltre 4000 firme raccolte solo in città sostegno della legge di iniziativa popolare – ha finalmente rotto il muro del silenzio. Ora sui vada a vanti e si trovi soluzione ad un problema che è al tempo stesso economici e sociale.”
“Le piccole e medie imprese – concludeono Venturi e Brevini – vanno ascoltate prima di varare qualsivoglia provvedimento, perché hanno il contatto diretto col territorio. E dato che le rappresentiamo non smetteremo mai di dare voce ai loro problemi alle loro speranze e quindi di avanzare proposte costruttive, volte alla loro tutela come alla loro crescita e sviluppo”.
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